Cerca Incontri BDSM, Strapon e Fetish nella tua zona
La mia sottomissione psicologica
Sono uno slave convinto, pratico da anni e sento la sottomissione scorrermi nelle vene. Rifiuto l’idea di uno slave interessato all’aspetto erotico e sessuale della dominazione, perché ciò che io ricerco è la sottomissione psicologica, quella che ti attanaglia e ti tiene legato anche quando sei in veste normale mentre compri il pane.
Il primo passo fu debellare gli istinti fisiologici come il bere, il mangiare e il dormire.
La prima privazione avvenne in modo naturale, dopo essermi avvicinato ad una Mistress con grande esperienza e averci parlato per diverso tempo.
Le sue parole si imprimevano nel mio cervello, sapeva come smuovere la parte più inconscia di me e io, di buon grado, mi lasciavo andare completamente in preda ad una voluttuosità inusuale.
Il primo compito reale fu quello di privarmi del cibo. Passai 48 ore nella sua casa in campagna e si divertiva a mangiare tranquillamente sul divano, con me al suo cospetto. Sentivo lo stomaco aprirsi e lancinarmi dentro e, arrivato quasi alla fine del secondo giorno, mi sembrava quasi di sentire il profumo e il sapore del cibo, quasi come fosse un miraggio.
Superai eccellentemente la prova e decise di impormi la privazione dell’acqua.
Non sentì mai una gola così arsa come in quelle 24 ore (decise per un periodo minore essendo l’acqua molto più importante degli alimenti).
Mille aghi premevano lungo la mia trachea ed ero quasi tentato di bere la mia stessa urina se solo la Padrona me lo avesse concesso. Ogni tanto mi concedeva qualche sputo e io ero grato di quella misericordiosa concessione.
Riuscì a superare indenne le 24 ore, incarcerato in quella prigionia mentale che tanto mi faceva sentire libero.
La privazione del sesso fu una naturale conseguenza ma talmente tanto era il mio disinteresse che quasi si stupì.
Il passo successivo sarebbe stata la pratica dell’enema. Mi sorpresi di questa decisione e non capivo come si legasse alle mie necessità ma i fili del burattinaio era saldi e io mi lasciavo muovere a suo piacimento.
L’enema (clistere), la mia prima esperienza
Quel pomeriggio la Padrona mi chiamò dicendo di portare il necessaire: un clistere e degli asciugamani usa e getta.
Mi fiondai a casa sua sapendo che non tollerava alcun ritardo e mi spogliai rapidamente, presentandomi come Lei voleva.
‘I cani non si vestono, i cani sono coperti solo dai loro peli, perciò a ora in poi appena varcherai la soglia sarai nudo e senza vestiti.’
Le sue parole gironzolavano per la mia testa, come se volessero darmi coraggio.
Mi avvicinai alla stanza delle torture della Padrona e vidi che era già pronta e mi aspettava.
Lunghe gambe inguainate da autoreggenti di latex lucide mi aspettavano. Alzai lo sguardo e vidi che indossava un paio un vestito di pelle molto corto, due guanti lunghi neri e un frustino tra le mani.
Si alzò lentamente e cominciò a perlustrarmi.
‘Da quanto non vai in bagno?’- disse facendo schioccare la frusta sulla mia natica destra.
Mi imbarazzava raccontarle una cosa così personale, forse per un tabù ancorato alla società o forse era perché non comprendevo la situazione e il mio allarmismo era alle stelle.
Un’altra frustata risuonò sullo stesso posto. Ahia come bruciava.
‘Un giorno appena, Padrona’- le dissi, cercando di ricordare con precisione il momento della giornata.
Siamo talmente abituati ad espletare le nostre funzioni fisiologiche da considerarle una routine poco importante ma è qui che si nasconde l’intercapedine tra uomo e schiavo, lo spazio capace di annullare le distanze e riunire l’uno con l’altro.
Mi ordinò di sdraiarmi a terra e per un tempo interminabile aspettai.
Aspettai un cenno, un comando, un suono, un dolore. Aspettai ciò che non arrivò.
Quello che sentì era un bruciore nel mio ano, come qualcosa che si introduceva senza consenso e, di lì a poco, un calore che si propagava al suo interno.
‘Trattieni, trattieni per almeno un minuto’-mi disse subito dopo.
La Padrona era andata in bagno e aveva inserito dell’acqua calda all’interno del clistere. Una volta ritornata, senza fare alcun rumore, me lo aveva infilato nell’ano senza darmi il tempo di prepararmi né mettermi in una posizione più comoda.
Combattevo con la sensazione infuocante di andare in bagno e non riuscivo a trattenere il mio istinto.
‘Cane sei e cane rimarrai, io ho il pieno controllo di te e di tutto ciò che è dentro di te’- la sua voce frantumava i miei limiti, quei pochi che ancora esistevano.
Mi stavo chiedendo quanto tempo ancora mancasse quando a un certo punto la sentì pronunciare un countdown.
Scandiva lentamente i numeri, forse ancora più lentamente di quanto il tempo richiedesse. Aveva il pieno controllo del tempo, delle mie pulsioni, dei miei bisogni e delle mie necessità. Aveva il pieno controllo di me stesso.
Quando il countdown arrivò alla fine scaricai tutto sugli asciugamani usa e getta che erano gettati lì per terra.
Quello che provai fu una profonda liberazione. Era come se tutto il cattivo dentro di me venisse eliminato e quello che sentivo era pura ed estrema leggerezza, fisica e mentale.
‘I cani non la fanno nel water’ mi dicevo, mentre mi liberavo in un angolo.
Anche quell’ultimo baluardo era stato annientato e mancavano solo poche privazioni prima dell’annientamento puro e definitivo.
‘Allora ti è piaciuto cagnolino? Ti sei liberato senza alcun pudore, proprio come l’inutile inferiore che sei. Ma non ti vergogni a farlo così? Come un animale? Tu non sei umano, tu non sei nulla.’
Ero inginocchiato ai suoi piedi, in attesa del commiato o di una nuova punizione, sicuro che quella pratica del clistere non era che l’inizio di tante altre volte.
Tutti i miei bisogni umani erano manovrati dal suo potere e io non potevo fare altro che soccombere e aspettare di essere mosso dalle sue mani per potermi sentire finalmente libero.
Cerca Incontri BDSM, Strapon e Fetish nella tua zona
Federica dice
Adoro questo sito!
Carla dice
Stavo leggendo il tuo commento e mi sono chiesta la stessa cosa.
Lavoro per una Linea Erotica e di fantasie ne ho veramente a quantità industriali.
Mi piacerebbe raccontarle servirebbe un servizio cosi
Federica dice
Carino il sito. Se avessi una storia da raccontare come si può fare?